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Il Lettino Armonico  Ambiente Educativo Vibroacustico

Sperimenta uno spazio educativo profondo, dove corpo e suono diventano strumenti di conoscenza.

“Il Lettino Armonico è parte integrante del Metodo Bottin e nasce per favorire processi di coerenza emocognitiva, in cui percezione corporea, emozione e pensiero si integrano in un unico flusso di apprendimento.

L’esperienza vibroacustica: un viaggio attraverso il corpo”
Adagiarsi sul Lettino Armonico significa entrare in un paesaggio sonoro tridimensionale in cui ogni frequenza attraversa il corpo, lo avvolge e lo mette in risonanza.
In questo spazio immersivo, il tempo rallenta, la percezione si affina e l’interiorità si apre: il corpo non è più un oggetto da trattare, ma un soggetto che apprende e si trasforma.
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Com'è fatto e come funziona il lettino armonico?

Il lettino armonico del dott. Bottin è in legno armonico, costruito come uno strumento a corda, entra in risonanza con il corpo umano per contatto diretto attraverso gli abiti, qui sopra lo vediamo corredato di consolle di comando a pilotaggio autonomo e padiglioni stereofonici.

Il miglior ambiente di apprendimento che da pedagogista ed educatore potessi desiderare.

Lettino armonico del dott. Bottin

Durante la sessione vibroacustica, il corpo diventa il centro di un dialogo sottile tra percezione e consapevolezza.
La vibrazione sonora agisce come un linguaggio pre-verbale, capace di mettere in comunicazione il sistema nervoso autonomo con il vissuto emotivo e con i livelli più profondi del sé corporeo.
Visualizzazioni spontanee, ricordi e immagini interiori possono emergere come parte di un processo naturale di integrazione, aprendo la strada alla guarigione emotiva pedagogica.

Oltre al suono per contatto, abbiamo l'ascolto stereofonico sempre proveniente dallo strumento che, ricordiamo è un ibrido brevettato di strumento acustico e di diffusore hi-fi in grado di riprodurre qualsiasi tipo di suono udibile e percepibile dal corpo.

Le dimensioni sono cm 180 x 70 h 40.

Copie del libro Vibronika

Il Lettino Armonico del Metodo Bottin è uno strumento unico nel suo genere, capace di trasformare il corpo umano in un vero e proprio ambiente educativo.
Non è un dispositivo medico né una macchina terapeutica, ma un’architettura pedagogica del suono: una soglia sensoriale in cui vibrazione, emozione e consapevolezza si incontrano per favorire processi profondi di centratura, presenza e costruzione dell’essere.

Nota legale
Il Lettino Armonico non ha finalità terapeutiche e non sostituisce trattamenti medici o psicologici. È uno strumento educativo e formativo che opera nell’ambito della pedagogia del corpo, della crescita personale e della costruzione consapevole dell’identità, in conformità con la L. 205/2017 sul riconoscimento della professione di pedagogista ed educatore socio-pedagogico.

Vuoi sperimentare il Lettino Armonico o proporlo nel tuo centro?
Compila il modulo qui sotto e sarai ricontattato per una sessione dimostrativa o per informazioni sui percorsi formativi collegati al Metodo Bottin.

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Riconoscimenti dal mondo accademico

Il lavoro di Pier Paolo Bottin è, senz'altro, eccezionale poiché, e a volte quasi in contraddizione con alcuni approcci scientifici citati a sostegno delle sue riflessioni, rompe con il paradigma riduzionista oggi dominante in scienza e si colloca nell'ambito della teoria della complessità.

Ponendo come tema “Il massaggio è il messaggio” fa bene, coerentemente, a citare il grande psicologo Kurt Lewin quando dice “Non c'è niente di più pratico di una teoria” e Bottin aggiunge “per sviluppare una disciplina che riguardi direttamente una “Pedagogia del benessere” con una base psicosomatica.

La riflessione si apre, quindi, con il riferimento alla Teoria Polivagale considerata come modello che può essere applicato alla salute in generale. Ecco che l'approccio alla Teoria della Complessità si dipana tra bio-neuro e scienze psicologiche non tanto perché “emozioni e corpo sono reciprocamente dipendenti”, quanto perché sono manifestazioni-aspetti della stessa realtà.

Ecco che anche il concetto di territorio di cui, propriamente Bottin parla, può essere inteso come un insieme, una dinamica di relazioni interne al Sistema Vivente Umano collocato, comunque, in un ambiente esterno, dinamiche, per altro, rivolte verso la costruzione dell'autonomia del soggetto vivente stesso. Bottin parla di “schemi pedagogici” che permettono l'acquisizione di conoscenze e di un apprendimento costante.

Facendo riferimento al pensiero del grande biologo François Jacob, Nobel per la Medicina, e alla sua mirabile opera “La logica del vivente” si potrebbe dire che da questo punto di vista ciò che può caratterizzare meglio il processo evolutivo è la sua “apertura” ossia la tendenza ad accrescere l'autonomia e la capacità regolativa e trasformativa dei Sistemi Viventi, ovvero la possibilità a rendere più elastica l'esecuzione del programma genetico capace di permettere all'organismo di potenziare sia la relazione con l'ambiente che il suo raggio d'azione.

Coerentemente Bottin evidenzia il processo di “autoregolazione” e ne traccia le vie tenendo conto della necessità, per il soggetto vivente umano, di essere sempre presente al mondo e a se stesso nel qui e ora: una sorta di Mindfulness.

Significativa è l'affermazione di Antonio Damasio “I cambiamenti corporei definiscono un' emozione...

Le sensazioni sono la consapevolezza conscia dei cambiamenti corporei”.

Per questo, si rendono ancora necessari studi per capire come l'esperienza emozionale soggettiva, come le sensazioni nascono dall'interpretazione che il nostro cervello dà a degli stati corporei o se, come afferma Carl Gustav Jung, vi sia tra cervello e psiche una relazione di sincronicità ovvero la condizione per cui a un fatto fisico corrisponda in fatto psichico, fatti legati non da un rapporto di dipendenza o inter-dipendenza, ma da un comune significato.

Bottin sembra sottintendere la necessità di costruire-ricostruire una “filosofia del corpo”.

Stimo sia, questa, una necessità che oggi vada affermata con forza e con rigore scientifico all'interno di una cultura dominante che, come affermato da Jean Baudrillard, ha fatto del corpo il “più bel oggetto di consumo”.

Rispetto a questo non si può, ovviamente, dimenticare la distinzione che la filosofia fenomenologica ha fatto tra Korper, il corpo fisico, e Leib, corpo vissuto, che potremmo definire come la proiezione-progettazione del soggetto nel mondo.

Ancora, a conclusione, un richiamo importante epistemologicamente parlando, fatto da Bottin e implicato nelle sue riflessioni, quello della necessità di sviluppare una “Pedagogia del corpo” disciplina che rivisiti criticamente “gli abituali scenari dell'educazione e della cura, integrando saperi ed esperienze spesso tenuti separati nella tradizione educativa”.

 

Ivano Spano

Università di Padova Segretario Generale Università Internazionale delle Nazioni Unite – per la Pace, Sede europea/italiana Roma

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